A letter from Sep 27, 2024

Time Travelled — 11 months

Peaceful right?

hey tu, ormai questa è diventata un’abitudine, una sorta di cerimonia che pratichiamo ogni anno per fare il bilancio di tutto e per augurarci qualcosa di nuovo. Questa volta sono un po’ in ritardo rispetto al solito, perché, solo ora, riesco ad avere la lucidità e la presenza necessarie a scrivere qualcosa di davvero significativo, come meriti, e non qualcosa scritto di fretta, solo per obbedire ciecamente ad una promessa fatta a noi stessi. Come sempre, prima di sederti al buio a leggere le prossime parole, metti su un po’ di musica triste, cominciando ad ascoltare me again e inizia, lentamente, ad immergerti in te stesso, pensando un po’ a me che sarò ormai andato via, perso nella nebbia di un altro anno passato, ma spero sempre vivo nella tua memoria. Innanzitutto, tantissimi auguri piccolo (non più tanto piccolo, hai raggiunto il traguardo del tuo primo quarto di secolo). Come stai? Come ti senti? Riesci ancora a sognare, ogni tanto, ad occhi aperti e a convogliare tutto te stesso la tua sensibilità, le tue emozioni, nelle tue bellissime parole? Sperando che tutte queste domande abbiano risposte positive e piene di gioia, passo a raccontarti un po’ di cosine. Dallo scorso agosto sono capitate tante tante cose, abbiamo iniziato a sentirci definitivamente a casa a Bologna, anche se con un po’ di senso di colpa per quello che abbiamo lasciato indietro, abbiamo iniziato ad andare in palestra e praticare muay thai, una rivelazione immensa che mi ha permesso di venire a patti con le mie contraddizioni e le mie parti più ferite e mi ha dato la possibilità di capire che possiamo vivere entro le contraddizioni, che non siamo destinati ad essere solo ed esclusivamente una versione di noi stessi e che la calma, la gentilezza, la feminin energy possono convivere con la forza e la violenza (quando espresse nel modo corretto) e la mascle energy che abbiamo dentro di noi. Abbiamo conosciuto vinz e iniziato una lunga storia che spero continui ancora adesso, nonostante gli alti e bassi e le cose negative, ci siamo laureati (!!!), concludendo così un percorso a ostacoli che, fino all’ultimo, non ero sicuro di essere in grado di portare a termine, abbiamo iniziato a viaggiare andando a Berlino, Torino, In Liguria e tra poco meno di un mese ad Amster***, abbiamo fatto tante esperienze che ci hanno fatto crescere e diventare sempre di più la persona che immaginavamo. A volte, però, nonostante il periodo sia buono e sebbene abbia provato tanta gioia come non credevo potessi provarne prima, sento ancora il richiamo del passato, che mi invoglia a rinchiudermi in una stanza buia e a piangere (o a cercare di farlo) pensando a quello che abbiamo perso e a quello che forse mai avremo. Questi momenti mi fanno pensare molto al fatto che forse non saremo mai in grado di vivere solo di gioia, che ci sarà sempre una parte di noi ammaliata e innamorata del buio e che non saremo mai risolti fino in fondo. Questo mi porta a fare elucubrazioni sul futuro, su quanto sarà difficile diventare compiutamente adulti, a quanto sarà difficile trovare il proprio posto nel mondo, lavorativamente parlando, ma non solo. Mentre scrivo queste parole, ho iniziato, carico di ansie e paure, ma anche tante aspettative, il percorso di laurea magistrale, ergo, i miei ultimi due anni di università. Anche in questo caso, come nostro solito, la paura del fallimento mi tiene stretta a sé, ricordandomi di non potermi permettere di abbassare la guardia, perché non posso accontentarmi di una vita mediocre, ma, nonostante tutti gli sforzi, il sudore e le lacrime versate, non so se riuscirò mai a portare a termine tutti i miei obiettivi, a realizzare quei sogni che ci tengono svegli ancora oggi di notte e che ci permettono di andare avanti e coltivare la speranza di un futuro nuovo, migliore, sicuramente più pieno. Con l’inizio della magistrale, covavo anche un altro tipo di speranza; ossia quella di riuscire in qualche enigmatico modo di farmi nuovi amici, di legarmi indissolubilmente a nuove persone, che mi avrebbero aiutato a crescere ancora di più, a diventare una persona migliore, forse completa. Per adesso però, anche se sono passate solo un paio di settimane, non è accaduto nulla, sono ancora solo e sperso tra le strade aranciate di una città che ho imparato ad amare, nonostante, più di ogni altra, mi abbia insegnato cosa significa il dolore vero, puro e profondo; eppure, rimango legata a lei come fosse una madre amorevole, ma severa e continuo, così, ad attraversare strade che ormai conosco come le mie tasche, in preda ad una strana voglia di vivere che mi riempie le viscere e mi scalda i polmoni, sebbene il vento sferza sul mio corpo tremulo e sugli alberi caduchi come le mie volontà. So che la mia paura per il futuro è anche un po’ tua, ma vorrei ricordarti, anche se è difficile da credere, che sei ancora un piccolo scricciolo, pieno di tempo e pieno di occasioni in cui mostrare a te stesso di cosa sei capace e donare al mondo la tua persona, senza svenderti, e dargli l’onore di conoscerti e di apprezzarti per ciò che davvero sei; quindi, respira, prenditi un attimo per notare e celebrare tutti gli immensi progressi che hai fatto; poi chiudi gli occhi, abbracciati forte e continua ad amarti come faccio io ogni giorno. Vorrei, ora, che mi ascoltassi con attenzione: non stai perdendo tempo, hai fatto negli anni passati tantissime esperienze e devi essere grato di questo. Sei sopravvissuto a tanto dolore e hai tratto tutto ciò che di buono potevi dalle situazioni in cui sei stato catapultato. So benissimo che alcuni giorni, alcune settimane, è più difficile vivere, più pesante, ma sei sempre riuscito a risollevarti, to save yourself from the bottom of the glass, e a rimettere insieme i cocci di una vita che tante volte ti è sembrata giunta al capolinea, ma è poi ricominciata daccapo, in forme nuove e migliori, come mai avresti potuto immaginare. Pertanto, anche nel bel mezzo del buio più denso, fitto e oscuro, cerca di trovare requie tra l’eterna insoddisfazione e il dolore e, per favore, non farti più del male, in nessun modo, fisico e non, abbracciati più spesso e amati, anche e soprattutto quando sarai l’unica persona su questo pianeta a farlo; sii tu la fonte primaria del tuo amore e della tua luce, non assegnare questo privilegio a nessun altro, perché è questo che meriti: infinito amore e infinita luce. Anche se non lo ami, oggi celebrati, festeggia i tuoi traguardi, la tua dolcezza, la tua sensibilità, la tua empatia, intelligenza, bellezza e abbracciati. Credo sia ora di andare, ma lascia che ti auguri di nuovo tanti auguri per questi 25 anni, ti stringo al petto come se fossi lì, accanto a te a stringerti le mani. I miei pensieri in bella copia li riservo tutti per te Ti voglio bene amico mio, a presto! Ti scioglierai se resterai inerme tra i tuoi silenzi Ti stringo forte a me! B.

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