A letter from December 28th, 2020

Cara Sestra del futuro, Chissà cosa starai facendo, se avrai la fortuna di star facendo qualcosa, quando leggerai questa lettera, chissà dove sarai, con chi, a che punto saranno i tuoi sogni e soprattutto se sarai chi hai sempre desiderato essere. Oggi è il 28 dicembre 2020, io non so cosa farò di questa giornata e tu a breve partirai per raggiungere “le altre” per poi venire a mangiare qui la famosa pizza dei miei, dopo svariati tentativi... (in questi giorni abbiamo fatto la maratona de “il boss delle cerimonie” in cui tendono a descrivere tutte le azioni, il che ci fa ridere. Io però lo faccio perché chissà se ci ricorderemo di questi particolari, quindi sì, forse ha senso...). In realtà non so neanche bene cosa dirti, nel senso che dò talmente per scontato che quando questa lettera arriverà saremo insieme, che non lo so... Antonio, Irene, Enrico, Fabio... chissà che effetto ti faranno questi nomi oggi così tanto significativi... ah, dimenticavo: Dipa! Chissà se sarai in grado, o meglio, ti degnerai a preparare pranzi decenti, chissà se farai ancora il funcio quando ti concentri, chissà come avrai i capelli o se chissà, avrai cambiato colore di capelli... io però tutto questo spero di viverlo con te e se malauguratamente non dovessi esserci, allora ti basterà guardare sul lato del tuo polso destro, perché il nostro rapporto è come quel tatuaggio: c’è ma non si vede, se ci chiedono il significato, non si può spiegare. Pensami se ti sentirai sola, confusa, debole, che poi non lo sei mai... e se ti scordassi cosa vuol dire voler bene, pensami, pensaci. Io però non voglio aggiungere altro che voglio esserti accanto. Noemi