A letter from December 19th, 2020

Time Travelled — almost 5 years

Peaceful right?

Caro me del futuro, aprirai questa lettera e ti sembrerà strano trovarti di fronte a qualcosa che era tuo ma che un giorno non sarà più tuo. In fondo io e te siamo la stessa persona, siamo parti differenti del corpo di uno stesso animale, io la testa tu la coda. Ma so che aprirai questa lettera pensando "Ma chi è che mi ha scritto questa cosa qui?", e forse sorriderai quando, dopo un piccolo sforzo di memoria, riuscirai a ricordare questa mia giornata qui. E' il 19 Dicembre 2020, è Sabato, sono le 16,37. Sono seduto in cucina a scrivere questa lettera davanti al computer, il papà è seduto in divano in salotto mentre la mamma è in mammastira a stirare (che nome buffo quel "mammastira", e chissà se tra cinque anni quella stanza la chiamerai ancora così. Chissà anzi se quella stanza esisterà ancora. Forse sì, forse no, forse con la Fede riderai ancora di tutti quegli strani nomi che avete dato alle varie parti della casa). Voglio scattare un'istantanea di quello che sono oggi, e chissà quale sarà il tuo primo pensiero quando ti ritroverai dentro a queste mie (tue) parole. Ti apparterranno ancora? Saranno diventate estranee? Riconoscerai ancora la persona che eri o i cinque anni che mi aspettano davanti mi avranno cambiato le fattezze? Mentre scrivo mi torna alla mente la serie tv Dark. Te la ricordi? Come se stessi facendo un viaggio nel tempo e sbucassi all'improvviso nel futuro. Io direi "Ho visto il me stesso del futuro" mentre tu diresti "Ho visto il me stesso del passato". E il te stesso del passato è questo, e voglio che tu faccia uno sforzo per ricordare esattamente come sono io ora (e come eri tu allora). Oramai tre mesi fa ho fatto il test per entrare in specializzazione. A inizio Ottobre avrei dovuto sapere in quale specializzazione fossi entrato e in quale città, ma ad oggi non si sa ancora nulla a causa di tutta una serie di ricorsi che sono stati fatti nei confronti delle regole del bando. Quindi sono qui, in attesa, a veder scorrere le giornate come fossero a me estranee. Al mattino cammino, a pranzo mangio poco, sono cupo e svogliato. Credo di essermi un pò perso, e a volte ho come la sensazione di essere in bilico. Cammino mantenendomi in equilibrio ma è un equilibrio precario, e a volte penso che basti un qualcosa di piccolo, un dettaglio anche minuscolo, per farmi precipitare da un lato verso qualcosa che somiglia alla depressione. Che paura anche solo a scriverla, questa parola. Spero davvero che questa situazione si sblocchi il prima possibile. Nell'attesa voglio immaginare come sei tu ora. Spero tu sia entrato in ematologia e spero tu sia entrato a Padova dove volevi. Spero tu abbia trovato un ambiente confortevole e incline al tuo carattere dolce. Che tu non ti sia lasciato sopraffare dai ritmi, dalla cattiveria o, peggio, dalla paura di non essere all'altezza. A volte penso che ogni mio risultato sia stato il frutto di semplice fortuna e mai di reale bravura, e questo mi porta inevitabilmente a credere di non valere niente, di non essere capace, di non essere portato. Spero tu abbia imparato a fare biopsie ed emogas (sì, un pò ne sei terrorizzato). Spero tu ti sia specializzato e chi lo sa, forse avrai deciso di fare un dottorato di tre anni. Lo hai fatto davvero? Ora come ora credo che mi piacerebbe, ma non vorrei per questo dover tralasciare l'ospedale e il rapporto con i pazienti. Spero che vivere da solo ti abbia fortificato e che la mancanza di casa non si sia impossessata delle tue notti insonni. Il papà dice sempre che vuole comprarmi un phon, perchè altrimenti "Come ti asciughi i capelli se sei a vivere da solo?". Vorrei fossero per davvero i capelli la mia unica preoccupazione. Vorrei essere una persona più facile. La mamma ed il papà come stanno? Vorrei sperare che siano ancora vivi ma non ho grandi speranze, soprattutto per il papà. La sua malattia lo sta contraendo sempre più in sè stesso e se anche lui è sempre sorridente e scherzoso so che sotto sotto anche lui pensa alla sua morte, e che questa lo spaventa. Non so se poi la mamma riuscirà a stare da sola, anche per tutte le questioni burocratiche a cui dovrà star dietro. Sono preoccupato al pensiero di dove sarò allora quando magari avranno bisogno di me. Spero anche che avrai smesso di litigare ogni giorno con la mamma. O, meglio, spero tu abbia smesso di litigare un pò con tutti. Spero tu abbia imparato a scioglierti un pò, a non analizzare al microscopio ogni tono di voce degli altri, ogni risposta. Spero tu abbia imparato a parlare in mezzo alla gente, perchè ora come ora la situazione è abbastanza tragica: mi agito, il cuore inizia a battere forte e questo mi porta a parlare così velocemente che ne esce fuori una frase del tutto incomprensibile. Avrai imparato a modulare questa parte di te? Ma dimmi, canti ancora in ogni secondo oppure ti sei arreso all'evidenza che non diventerai mai un cantante? Poco importa, mi basta sapere che almeno non hai smesso di scrivere. E di stupirti di ogni cosa, e di credere nel bene, e di sognare, e di incantarti. Spero che, in fondo, tu non sia del tutto cresciuto, anche se so che a breve inizierò a lavorare e forse saranno richieste da me cose da adulti. E Marivì come sta crescendo? Quante parole ha imparato? Ricordale che le parole "Mano-stella-luna-rana" gliele hai insegnate tu. Chissà quanto sarà cresciuta. Spero che sia felice e che mia sorella le voglia sempre bene come gliene vuole oggi. E spero che mia sorella sia felice, che abbia imparato a lavorare un pò di meno perchè a volte la vedo tornare davvero stanca e stressata e non so mai bene che fare nè cosa dirle. Ma dimmi, F. esiste ancora nella tua vita? Ora come ora ci diciamo sempre che "Sì, nel 2025 andremo a vivere assieme" e chissà se sarà davvero così. A volte credo di non meritare una persona così al mio fianco. Adesso abita ancora nel mio paesino assieme alla sua migliore amica S., ed io lo vado a trovare quasi ogni sera. Mangiamo assieme, poi laviamo i piatti, ci mettiamo in divano (ci vuole coraggio a chiamarlo divano) e ci addormentiamo vicini. Oggi credo che F. sia la mia persona. Ma non lo dico in maniera smielata nè incantata nè in maniera stratta. Lo dico perchè lo credo sinceramente, perchè se anche a volte bisticciamo non vedo l'ora di tornare ad abbracciarlo, perchè so che mi capisce e che mi sostiene sempre. Mi spaventa l'idea di dovermi trasferire per la specializzazione e non poterlo vedere più così spesso. Ecco, spero che un giorno, quando questa lettera ti arriverà, voi starete ancora assieme. Spero insomma che tu sia felice. Che tu sia un pò quello che già sei ma anche un pò qualcosa di nuovo, più sicuro di te e delle tue capacità (che oggi, tuttavia, stento a vedere). Mi chiedo se avrai imparato a volerti bene. Con affetto, il me del passato.

Load more comments

Sign in to FutureMe

or use your email address

Don't know your password? Sign in with an email link instead.

By signing in to FutureMe you agree to the Terms of use.

Create an account

or use your email address

You will receive a confirmation email

By signing in to FutureMe you agree to the Terms of use.

Share this FutureMe letter

Copy the link to your clipboard:

Or share directly via social media:

Why is this inappropriate?